Pitiriasi

Pitiriasi lichenoide cronica

Che cos’è la Pitiriasi lichenoide
La Pitiriasi lichenoide non è una malattia frequente ( un caso su 1000-1500 nuovi pazienti); oltre il 20% dei casi riguarda però l’età pediatrica.
L’aspetto istologico varia a seconda dello stadio delle lesioni e può essere indistinguibile da quello di un eritema multiforme o di un eritema fisso da farmaci, molto spesso è incompleto e di per sé non è sufficientemente diagnostico.
La causa della malattia rimane oscura. L’etiologia è probabilmente multipla; si pensa ad una ipersensibilità ad agenti infettivi (soprattutto virali in particolare in età pediatrica) anche per l’evidenza di piccoli “cluster” epidemici. In alcuni casi, nella popolazione generale, è stata documentata una sierologia positiva per toxoplasma e per rickettsia. I meccanismi patogenetici ipotizzati, anche in base alla istologia, sono una vasculite da immunocomplessi (vedi infiltrati linfocitari perivascolari) o un danno da immunità cellulomediata (vedi necrosi epidermica).
La denominazione “Pitiriasi lichenoide” non è incisiva nell’evidenziare le caratteristiche della malattia e pone l’accento solo sulla evoluzione in squame.
Pur di fronte al polimorfismo del quadro, la diagnosi diPitiriasi lichenoide può essere fatta con relativa facilità e più agevolmente in base alla clinica che in base all’istologia.
E’ importante dare ai genitori informazioni esaurienti sulla malattia, in quanto l’aspetto, la lunga durata e la non evidenza di una causa precisa sono fonte di preoccupazione; va posto perciò l’accento sulla benignità e sulla risoluzione spontanea, avvertendo però che la durata può essere anche molto lunga e che sono possibili recidive anche dopo una apparente risoluzione parziale o totale.
Per quanto riguarda il trattamento, in assenza di una terapia etiologica non è in genere necessaria una cura con sintomatici. L’esposizione al sole in estate fa regredire più rapidamente le lesioni, che possono però ricomparire in autunno; negli adulti si sono avuti buoni risultati con la P.U.V.A. terapia. Altri tentativi fatti (tetracicline, eritromicina per os) hanno dato risultati inconsistenti e difficilmente valutabili a confronto con la evoluzione spontanea.
La applicazione di cortisone locale è in genere poco efficace.

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